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Eventi

Ana pianta non nasce bonsai, ma lo diventa dopo anni di interventi e cure appropriate. Così è stata anche la storia di questo Carpino che avevo raccolto maldestramente, ma che dopo opportuni interventi, ha migliorato molto le sue caratteristiche. La sua storia iniziò molti alcuni anni fa quando lo notai sul ciglio di una strada di campagna: il ripetuto intervento del despulcigliatore dello stradino aveva prodotto diverse capitozzature ed il movimento del tronco mi era sembrato interessante. Alla raccolta aveva collaborato anche mia figlia, che allora piccolina mi seguiva in queste mie operazioni; la pianta si presentava con un bel tronco, ma quando mi accinsi alla raccolta mi trovai subito di fronte ad una sgradita sorpresa: cresceva sul ciglio scosceso della strada, e la ripidezza del terreno aveva fatto si che le radici si sviluppassero in lunghezza alla ricerca dell'umidità alla base della scarpata. La raccolta di per se stessa non fu particolarmente difficoltosa, ma mi ritrovai con una pianta alta non più di quaranta centimetri che aveva delle radici grosse due volte un pollice, della lunghezza complessiva di circa un metro e sviluppate da una sola parte.

Non avevo per niente le idee chiare su quello che avrei fatto per cui mi limitai a costruire una cassetta larga una quarantina di centimetri e lunga circa un metro, atta a contenere le radici e vi misi la pianta. Rimase in quel contenitore per qualche anno, degnata di tanto in tanto di uno sguardo di compatimento: "Cosa mai avrei potuto farne?".

Il tempo porta consiglio ed esperienza e quello a cui prima non avevi mai pensato ti appare una cosa ovvia: margottare!

Agii in primavera inoltrata, quando la spinta vegetativa era al massimo e l'anno successivo separai la margotta: era ricchissima di radici e, come potei in seguito osservare, disposte in maniera ottimale. Durante questi ultimi due anni ho effettuato lavori di legatura e potatura, ma la margotta è stato l'intervento chiave che ha cambiato in maniera decisa e positiva il volto della pianta.

 

Le radici sono molte ed eccezionali, la soddisfazione anche!

Il tronco che sono riuscito a far radicare ha un buon movimento, tanta conicità e tanti rami in tutte le posizioni. Per ora ho preferito rispettare le radichette e non sono andato a mettere in evidenza il piede; penso di farlo più avanti in un prossimo rinvaso.

Eccoci in vaso di coltivazione per un anno: ho già scelto il fronte qualche ramo è stato tagliato e si comincia a delineare quella che sarà la forma della pianta. Anche il nebari che appare in foto non è niente male: è molto importante, durante i rinvasi, cercare di coltivare l'apparato radicale fermando le radici forti, lasciando crescere le radici deboli, ed indirizzare il tutto nella direzione giusta.

Fronte: La zolla è poco più alta di un centimetro e le ultime tre foto non rendono giustizia ad un nebari che in realtà è più bello di quanto non sembri. Ho scelto i rami, legato e ho conservato il fronte scelto in precedenza, ma l'intervento della margotta è stato decisivo nella valorizzazione di un materiale decisamente ostico. Il Carpino ora (pardon non ve lo avevo ancora detto) è alto 34 cm ed il piede ha un diametro di 10 cm. Inutile dire che l'intervento fatto ha allargato la base e migliorato notevolmente il tutto.

 

Non esiste una foto precedente a questa perchè il materiale era decisamente scadente e al solito le "Piante scadenti" non si fotografano. Ho scattato al momento di margottare e si può notare come le radici siano pessime e nonn utilizzabili bonsaisticamente.

Margotta eseguita! Come si può vedere rispetto alla foto precedente ho inciso la corteccia ad anello, ho poi usato l'ormone radicante, ho legato con filo grosso sull'incisione e ho sistemato una gabbia di rete metallica atta a raccogliere il terriccio che ho fatto molto leggero, ricco di sabbia e torba. Innaffiature generose durante tutto l'anno e via.

Nell'autunno dello stesso anno non ho fatto in tempo a staccare la margotta e ho agito la primavera successiva. Durante l'anno successivo avevo cercato di annaffiare con cura la mia pianta ed ogni sera avevo trovato il terriccio asciutto ed in ottimo stato. Questa fotografia è stata scattata appena prima di staccare la margotta.

 

 

 

 

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