e avessi avuto
spirito poetico avrei potuto chiamarlo "La
danza della gru", oppure "Il cigno che
si nasconde", ma nel basso novarese l'arte
della rima non ha mai creato grandi talenti, così
che a causa delle sue dimensioni è stato
chiamato solamente "Il gineprone".
Oggi si vedono in giro piante decisamente più
imponenti ma il tempo della raccolta risale a circa
dieci anni fa, ma per le attitudini tecniche di
quel tempo fu definito tale..., l'appellativo gli
rimase addosso. Nell'ormai lontano '95, dopo i primi
lavori di preparazione dell'apparato radicale, questa
pianta fu iscritta al concorso "Un bonsai per
il 2000", fu fatto un progetto e si iniziò
la lavorazione. Annualmente ho fotografato e documentato
gli interventi fatti, ma le successive disavventure
del bonsaismo italiano hanno fatto abortire il concorso,
per cui disegni, progetti, foto ed intenzioni sono
rimaste nel cassetto. Incurante degli eventi il
"gineprone" ha sopportato stagioni e lavorazione,
rimando impassibile alle critiche e agli elogi.
Oggi è così come lo vedete in fotografia
e si lascia guardare soffrendo di un piacere narcisista:
sembra talmente pieno della sua bellezza da esibire
senza complessi anche i suoi difetti.
Questa è l'armatura che ho
fatto per piegare la parte sinistra dell'albero.
L'altra parte è stata margottata e vaga ancora
nel mio giardino bonsai alla ricerca di un destino
che sia diverso da quello di essere solo fonte di
materiale da margottare ulteriormente.
.
Quando si tratta di piegare, un chiodo
piantato in testa ed un pezzo di fil di ferro fanno
miracoli:a sinistra come era prima, a destra come
è diventato. Sulla parte destra si nota l'involucro
contenente la parte di albero che ho margottato.
... e dopo ancora
un'altra piega: se confrontate con la prima foto
la differenza si vede eccome!! Se
ben ricordo era il dicembre del '97 e la lavorazione
è stata fatta in una bellissima serata presso
il Bonsai Club Milano. In quell'occasione ho conosciuto
moltissimi nuovi amici che a quel tempo mi avevano
chiesto di vedere la pianta più avanti nella
coltivazione; non stancatevi di leggere l'articolo
e sarete accontentati. Di sopra si vede la pianta
prima della lavorazione, qui sotto la pianta dopo
la lavorazione.
Ringrazio ancora Alberto Lavazza per
il sostegno morale che mi ha dato in quell'occasione;
non l'ho mai detto a nessuno ma quella è
stata la mia prima serata presso un Club.
Due anni dopo: si applicano le tecniche
di invecchiamento. Con il pennarello si tratteggiano
le parti da scortecciare facendo attenzione a rispettare
il passaggio della linfa. "Jin e Shari si fanno
rompendo e strappando", così dice il
maetro. Ho cominciato alla due di pomeriggio ed
ho finito alle due di notte con le vesciche sulle
mani... ma dovevo fare il lavoro di trentanni della
natura, e ce l'ho messa tutta.
Un altro anno è andato ed era siamo
già in un vaso decente anche se è
ancora di coltivazione.
Prove di esposizione: quale sarà
la giusta direzione? Così?
Oppure così?